Il valore dei big data per le aziende farmaceutiche

Febbraio 8, 2013 in Social media di Oscar Lambrughi

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Le ricerche su google, i commenti su facebook, i tweet, i post sui blog, i video caricati su youtube, sono solo degli esempi delle attività che si possono fare sul web e sui social media e che producono un’immensa quantità di dati.
Si chiamano Big Data e nell’era dei social network aumentano esponenzialmente, acquisendo sempre più valore.

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Molti sono gli approfondimenti usciti in questo periodo sull’argomento, la sfida del 2013 sarà proprio quella di raccogliere e soprattutto gestire e interpretare i dati sul web: le attività partono dalla raccolta, all’archiviazione e storage delle informazioni, oltre che alla strutturazione di metodologie di analisi ed elaborazione dati.

Un esempio di come possono essere gestiti e utilizati i big data viene dai ricercatori e dagli scienziati della Johns Hopkins University che hanno sviluppato una tecnica per monitorare la diffusione dell’influenza negli Stati Uniti proprio raccogliendo e analizzando i tweet degli americani.

Il primo problema è stato quello di fare una distinzione semantica tra i tweet che realmente segnalavano casi di influenza e quelli che invece si limitavano a commentare il virus. I ricercatori hanno utilizzato una sorta di “Tweet screening” basato sul linguaggio così da distinguere in modo automatico frasi come “Ho l’influenza” o “Sono preoccupato di prendere l’influenza” .
I dati vengono raccolti in tempo reale a differenza di quelli del US Centres for Disease Control and Prevention (CDC), provenienti dai ricoveri ospedalieri o dai medici, che hanno bisogno di settimane prima di avere delle statistiche.

Mark Dredze, professore assistente di ricerca presso il Dipartimento di Informatica presso l’università di Baltimora, era a capo di una squadra che già a metà del 2011 pubblicò uno dei primi studi completi che dimostrano la capacità di Twitter per ottenere preziose informazioni per la Salute. Da allora, questa tecnica si è diffusa tanto che il dipartimento US Department of Health and Human Services ha promosso un concorso per la migliore applicazione per il monitoraggio online di importanti episodi di malattia utilizzando Twitter.

Il sistema della Johns Hopkins si basa sull‘analisi di 5.000 tweet al minuto e hanno finora utilizzato le informazioni raccolte sui casi di influenza negli Stati Uniti per produrre una mappa, che mostra l’impatto del virus su ogni Stato degli Stati Uniti . Ecco allora che i tweet possono essere utilizzati dai funzionari della sanità pubblica per rispondere in modo efficace e tempestivo ai focolai di malattie infettive

Ma i big data possono essere d’aiuto anche alle aziende farmaceutiche per:

  • Avere informazioni sui bisogni dei pazienti e sulle diverse patologie così da comprendere le tendenze epidemiologiche, i modelli di trattamento, l’aderenza del paziente e le opportunità di gestione della malattia
  • Sviluppare nuovi prodotti e terapie
  • Elaborare i criteri di inclusione ed esclusione per gli studi clinici
  • Valutare l’uso dei prodotti competitors sul mercato
  • Valutare i propri prodotti e terapie già in uso osservando la sicurezza dei farmaci (farmacovigilanza).