“Vincerà chi porterà più innovazione anche nella Medical Education”. Record di accessi per i Webinar dell’Università Magna Grecia.

Aprile 8, 2020 in Medical Education di Oscar Lambrughi

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Professor Ciro Indolfi

 

Ho avuto il piacere di “incontrare virtualmente” il Professor Ciro Indolfi, Presidente della Società italiana di Cardiologia e Direttore della Cattedra di Cardiologia dell’Università Magna Grecia di Catanzaro.

Ma il Professore è anche un pioniere assoluto sia a livello italiano che a livello internazionale nell’utilizzo di modalità digitali e strumenti on line per l’aggiornamento medico scientifico.

Con il Professore ho ragionato di webinar, digital e Medical Educational per la classe medica in questo periodo di COVID e per il prossimo futuro.

Qui di seguito ho riassunto l’incontro:

  

Professore, ho saputo che i “suoi” ultimi webinar dedicati alla classe medica stanno avendo picchi di accessi altissimi…

Si, sono circa 10 anni che utilizziamo e sperimentiamo modalità on line per momenti di formazione e aggiornamento, sia per medici specialisti, MMG, studenti e pazienti e in questo ultimo periodi siamo passati da una media di alcune decine di fruitori a numeri superiori ai mille, fino a 1.200 medici contemporaneamente collegati on line. Credo sia forse un record in Italia ad oggi.

 

Da dove nasce il suo interesse nell’utilizzare strumenti on line?

Nel 2.000 sono rientro in Italia dagli USA per dirigere sia la Scuola di Specializzazione in Cardiologia sia l’Unità Operativa Complessa di Cardiologia e Emodinamica dell’Università della Magna Grecia a Catanzaro, una città che era e che è rimasta “complicata” da essere raggiunta da docenti e colleghi italiani per non parlare di chi dovesse arrivare dall’estero. 

Quindi nel mio doppio incarico di professore universitario e di responsabile di un reparto clinico e avendo cura della crescita e aggiornamento dei propri studenti e del proprio team ho da subito voluto dotare la struttura di strumenti di formazione a distanza con cui poter “avere a disposizione” colleghi e docenti senza i vincoli legati alla loro presenza fisica a Catanzaro: internet ha eliminato le distanze e ha aiutato molto i Centri periferici come il nostro, il mio interesse nasce da una necessità pratica. 

 

Come vi siete organizzati?

Nei primi tempi, parliamo di dieci anni fa vi erano difficoltà tecniche impegnative, la rete internet era lentissima e alle volte dovevamo perfino affittare un canale satellitare per una o due ore, con costi molto alti.

Poi anno dopo anno con lo sviluppo della rete e la banda sempre più larga e la conseguente velocità di trasmissione dati sempre più alta, insieme ad un miglioramento dei software di trasmissione, tutto è diventato più semplice e i costi si sono sempre più ridotti.

In università abbiamo ottime strutture sia come fruitori, anche con ambienti dotati di mega wall, sia come erogatori di formazione con strumenti di ripresa, regia, editing e un ottima cablatura alla rete internet.

Ad oggi i costi del collegamento internet sono pari a zero, un fattore questo che unito ad una banda sempre più larga costituisce un grande vantaggio: il prossimo arrivo del 5G aprirà ulteriori spazi di sperimentazione.

  

E quindi avete iniziato da subito anche voi a fare docenza e ad offrire webinar tematici?

Si nella nostra Università ci siamo dotati di tutti gli strumenti necessari, abbiamo poi iniziato a sperimentare appuntamenti periodici dedicati ai medici. Ricordo con piacere che ad un certo punto si era addirittura formato uno zoccolo duro di affezionati specialmente negli orari del dopo cena. Probabilmente per alcuni colleghi per un lungo periodo abbiamo costituito una buona alternativa alla programmazione televisiva broadcasting…

 

Dalla sua lunga esperienza, quali sono gli elementi indispensabili per organizzare un buon webinar?

Va pensato e programmato con tutti gli elementi tipici di una “trasmissione televisiva di successo”: gli “ospiti” e la “star” che rappresentano i contenuti, il “presentatore”, i diversi cambi di piani e sequenze e un format definito.
Chiaramente il tutto deve essere dimensionato e calibrato per quelle che sono le disponibilità e gli obiettivi di chi organizza l’evento on line o quello che alle volte più semplicemente può essere un appuntamento periodico formativo. L’idea di fondo che deve guidare la progettazione è quella di trattare un argomento attuale con un format dinamico e quanto più essenziale possibile.

 

Cosa sta determinando questo periodo di “restrizioni COVID” anche nell’informazione e formazione medico scientifica?

L’impatto è fortissimo, tutti stanno, chi sperimentando per le prima volte, chi invece continuando ad utilizzare gli strumenti digitali e on line per essere aggiornati sia per tematiche legate a come fronteggiare l’emergenza COVID, sia per la propria più specifica pratica clinica specialistica.

 

Queste buone pratiche digital nel “Post COVID” resteranno per i medici o si ritornerà esattamente come prima?

Rimarranno certamente, se non per tutti per molti, sia come abitudine avendone alcuni apprezzato la “comodità” e l’efficienza, sia “per forza” in quanto penso che molte organizzazioni inizieranno ad offrire, solo ed esclusivamente in versione on line, contenuti, momenti, formati o eventi.

 

Gli eventi in presenza, convegni, docenze frontali, congressi relativi ai medici nel 2020 pensa che possano svolgersi, e se si, da quando?

Rispondo facendo l’esempio del più importante congresso mondiale di cardiologia, quello organizzato dell’American College of Cardiology. Che si sarebbe dovuto svolgere a Chicago a fine marzo. Il 9 l’ACC stabilisce ufficialmente l’annullamento del congresso, solo una settimana dopo il 16 marzo annuncia che:

“Last week, we had to take the difficult decision to cancel ACC.20/WCC in Chicago. This was absolutely the right decision given the need for cardiovascular clinicians around the world to be on the front lines helping patients and their communities address COVID-19.

               Since then, the ACC.20/WCC team has been hard at work creating a virtual experience that leverages new technologies, educational formats, and more to bring ACC.20/WCC science and education directly to cardiovascular clinicians and other key stakeholders worldwide.

 The free ACC.20/WCC Virtual experience will kick off on Saturday, 28 March and will offer three days of science and learning. The meeting will feature “live” access to 23 education sessions including Late-Breaking Clinical Trials, Featured Clinical Research, Young Investigator Awards, and Keynotes.

We encourage you to mark your calendars and join us in real-time for all the events and engage in conversations on social media (#ACC20 / #WCCardio). Not able to attend? The sessions and presentations will be archived for future viewing.”

E l’hanno fatto:  https://virtual.acc.org

Per noi cardiologi, questo per esempio, è stato un “passaggio” ed un “esperienza” storica, impossibile da dimenticare e che sono certo sarà seguito da moltissimi altri convegni e congressi internazionali, nazionali e locali.

In questo periodo non c’è alternativa. Certamente con gli eventi e convegni in versione on line non è possibile creare il networking, utile e importante, che si stabilisce quando si incontrano personalmente i colleghi, ma la fruizione dei “contenuti” è valida ed equiparabile a una relazione frontale in presenza.

CONGRESSO SIC 2020

Il questo momento pieno di incertezze, non è escluso che ad un certo punto anche il nostro congresso nazionale della SIC, previsto a dicembre 2020, si trasformi anche in un evento digitale e on line.

 

Come il digital potrà essere ancora più utile per la medical education?

Lo potrà essere nel momento in cui gli attori del sistema, università, editori, agenzie di formazione, società scientifiche: creeranno NUOVI FORMATI, modalità, strumenti nuovi con cui erogare i contenuti e i materiali per l’aggiornamento dei medici.

Abbiamo bisogno di NUOVE IDEE, ma in cui a mio parere sia centrale la parte video.

Sempre di più eventi live, anche per la parte diagnostica.

Vincerà chi porterà più innovazione anche in questo campo.

Anche qui serve DISRUPTION.

 

Entrando più nel tecnico:  in futuro ci si dovrà orientere a “formati” esclusivamente dedicati ad una fruizione da smartphone? Quale il ruolo del podcast per la classe medica?

No, sono convinto che si debba lasciare alla libertà del medico poter fruire i contenuti dal device a lui più congeniale, smartphone, iPad o PC che sia.

Per le immagini, come TAC, risonanze, angiografie, il computer è ovviamente più indicato

All’estero noto una tendenza nel proporre il formato podcast a noi medici per l’aggiornamento professionale, cito uno per tutti il New England Journal of Medicine.

Io personalmente non trovo che sia una fruizione interessante e non la utilizzo, forse potrebbe essere un formato più orientato a chi vive in aree metropolitane e che dispone di spazi temporali durante gli spostamenti da e verso la propria abitazione. Tuttavia questo è un campo in forte evoluzione.

 

 … in conclusione:

Ho sempre cercato nelle difficoltà di trovare le possibili opportunità e anche in questo momento difficilissimo e drammatico per l’Italia che mai e poi mai avremmo voluto vivere, si stanno aprendo delle opportunità. Anzi sta già accadendo: il “digital divide” che esiste tra nord e sud del paese, e tra l’estero verso l’Italia si sta notevolmente riducendo. Questo coinvolge tutti, classe medica inclusa.

L’accelerazione a cui stiamo assistendo, nell’utilizzo più consapevole e più efficiente delle tecnologie e del digital anche per noi medici, da una parte ci aiuterà e potenzierà ancor di più nella nostra pratica clinica e dall’altra ci concederà maggior tempo ed energie da dedicare ai nostri studenti e ai nostri pazienti.