Farmacovigilanza e nuove tecnologie

Settembre 12, 2013 in Mobile pharma di Oscar Lambrughi

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La FISMFederazione delle Società medico-scientifiche italiane – lancia una nuova applicazione mobile destinata a medici e farmacisti. La federazione in collaborazione con un board di farmacologi e un provider tecnico ha realizzato il primo data base sulle interazioni tra i farmaci, installabile su smartphone su piattaforme iOS (iPhone), Android, Windows.

Il progetto dell’app ha il principale obiettivo di dare ai professionisti sanitari uno strumento costantemente aggiornato, oltre che di facile e rapida consultazione, ricco di dati relativi alle interazioni tra due principi attivi:

  • Rilevanza clinica
  • Meccanismo d’azione
  • Effetti indesiderati

farmacovigilanza-app

L’assunzione di più farmaci contemporaneamente, soprattutto in pazienti affetti da patologie croniche o nella popolazione anziana, può portare a reazioni avverse con effetti negativi nel trattamento terapeutico e a livello di costi sociali. L’applicazione oltre a rendere subito disponibili informazioni, è anche uno strumento di farmacovigilanza in quanto permette di fare segnalazioni di eventuali reazioni indesiderate dei farmaci.

L’applicazione di FISM è già stata sponsorizzata da alcune aziende che possono acquisire il servizio in esclusiva di proprio interesse, l’obiettivo della federazione è, infatti, quello di fornire quest’app gratuitamente a tutta la classe medica italiana, come utile supporto alla professione.

Come le nuove tecnologie possono rivoluzionare la farmacovigilanza è alla base anche di uno dei progetti dell’Innovative Medicines Initiative dell’UE (IMI), che sta finanziando lo sviluppo di un studio di riferimento per la rilevazione di eventi avversi citati sui social media.
Il progetto WEBAE (Web Adverse Events) ha l’obiettivo di sfruttare le nuove tecnologie in ambito di farmacovigilanza, per utilizzare i tantissimi dati online disponibili per rilevare le reazioni avverse ai farmaci e fornire informazioni utili ai pazienti.
L’IMI prevede il finanziamento di aziende biotecnologiche, piccole e medie imprese (PMI), autorità di regolamentazione, università e organizzazioni non-profit, che insieme dovranno studiare e sviluppare una metodologia per l’estrazione delle informazioni pubbliche e disponibili sul web e i social media.
Molti eventi avversi non sono denunciati dai pazienti, perché non conoscono l’iter o le modalità di reporting, ma invece li condividono su internet. Queste informazioni possono essere quindi molto preziose in termini di farmacovigilanza, anche se è fondamentale individuare la corretta metodologia per valutare l’affidabilità e la sicurezza delle segnalazioni. Il progetto prevede, oltre lo studio di condizioni di sicurezza per la raccolta dati, anche lo sviluppo di una piattaforma mobile per i pazienti che vogliono segnalare eventi avversi e in grado di fornire loro informazioni aggiornate. I dati raccolti da tale applicazione potrebbero, inoltre, essere utilizzati per mappare le segnalazioni da Paese a Paese, aiutando la ricerca PharmacoEpidemiologic.
Si tratta di un ulteriore passo avanti nella crescita dell’empowerment del cittadino e dei pazienti, che diventano così maggiormente consapevoli e partecipi nel sistema sanitario.